Massimo Petrucci

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All’inizio – Sono del 1972 e da piccolo sognavo di fare lo scienziato come molti dei ragazzini degli anni ‘70. All’epoca il mio idolo era Leonardo Da Vinci, ma mi piaceva anche Spiderman. Di Leonardo ancora oggi mi è rimasta la passione e continuo a collezionarne libri e disegni.

Un lato di me – Sono un sognatore costretto a vivere la praticità di tutti i giorni. Perfino il mio lavoro ha poco a che fare con i miei sogni, considerato che sono un programmatore informatico e un consulente tecnico. Con i miei sogni, ha a che fare invece la scrittura: amo scrivere racconti prendendo spunto dalle cose che vedo e che mi accadono attorno. Ho sempre scritto, nel tempo mi sono limitato solo a cambiare lo strumento e dalla carta e penna sono passato al wordprocessor ed alla tastiera.

Il senso dell’artigianato – Credo che non basti la passione, di sicuro essa spinge le prime azioni, ma poi è necessario il lavoro dell’artigiano, fatto di cose pratiche, fatto anche di fatica e trucioli. 

Un sogno – Mi piacerebbe “da grande” guadagnarmi da vivere scrivendo, ma il problema è che devo ancora inquadrare il concetto di “da grande”.
A sette anni pensavo che grandi si diventasse a quindici, poi a quindici anni ho pensato che grandi lo si diventasse a trenta, oggi credo che debba aspettare i quaranta; tuttavia, non manca molto e sto pensando di spostare tutto di un altro decennio!

Perché scrivo – Un giorno un amico mi chiese, ma com’è che scrivi? Perché ho qualcosa da raccontare, gli risposi. Non ci sono altri motivi, mi piace raccontare storie, raccontare sentimenti. Tutto qui.

Un po’ di filosofia – Non credo che nella vita esistano le coincidenze, piuttosto penso che se sei là, se incontri quella persona, se trovi qualcosa, c’è sempre un senso, c’è sempre un messaggio per te. Per il resto vivo la mia vita un giorno dopo l’altro, ho smesso di pensare di riuscire a programmarla in ogni dettaglio e lascio che il destino, Dio, il caso, il culo, la fortuna, la sfortuna e qualche volta me stesso, m’indichino la strada.

Film preferiti
Cosà parlò Bellavista. Il caffè mi rende nervoso. Se lo scopre Gargiulo.

Musica preferita Quella che mi emoziona ascoltandola. La musica mi piace molto, è un metalinguaggio che supera le barriere della “parola da comprendere” ed arriva direttamente al cuore. In particolare mi piace il jazz, ma non chiedetemi titoli e cantanti. Come per i libri, non li ricordo mai.

Scrittori preferiti
Non ne ho. Vado a periodi. Leggo sia i classici che i contemporanei, ma è difficile che un libro mi piaccia veramente. La maggior parte mi deludono.

La morte
Non ho paura della morte, temo di più per la vecchiaia e la malattia, il pensiero di non essere indipendente mi deprime.
Una volta morto non me ne può fregar di meno; quindi vi prego non venite a trovarmi al cimitero, non sono là, non gettate soldi in lapidi, foto, fiori.
Se davvero c’è un’altra vita io sarò là,  se poi è vero che ci reincarniamo per una sorta di karma, allora sarà altrove e se invece non esiste nulla dopo la morte, che ci fate voi là a pregare per me?
Sono per essere seppellito in una fossa comune e senza nome.
Se poi non potete accontentarmi, mi piacerebbe una con questo epitaffio: </life> che solo pochi programmatori come me potranno capire.

Cura la rubrica: Scrittura creativa

 

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