Sgradite sorprese (parte I)

 

svolta 

 

Roma, fine maggio 2014

  

Devo dare una svolta, non posso continuare così. Anche per lui.
Ormai è… inevitabile.”

 

Quelle parole risuonavano come un’ossessione nella mente di Ramon.

Tornando a casa dalla palestra, Cla’ non si era accorto della sua presenza. Di spalle, al telefono con qualcuno, il tono pacato, quasi malinconico aveva convinto Ramon che si trattasse di una rivelazione privata, e quel che è peggio, che la rivelazione lo riguardasse in prima persona. Non aveva avuto il coraggio di chiedere subito una spiegazione, era anzi tornato sui suoi passi e fatto finta, chiudendo la porta rumorosamente, di essere appena arrivato, di non aver sentito nulla. Restava solo una cosa da fare ed al più presto, sciogliere l’enigma che da quel momento in poi lo avrebbe attanagliato, perché su questo tasto, si sa, Ramon era sempre stato sordo. E folle.

Invece passò quel giorno, ed anche il successivo. All’apparenza nulla era cambiato, ma per Ramon era cambiato tutto.
E giù a crucciarsi per la minima “mancanza”: una carezza in meno, un bacio distratto erano in grado di mandarlo in tilt per tutto il giorno.

 

 

– Tutto bene, Ramon? 

Il terzo giorno Clarence s’accorse che qualcosa non andava; certo non poteva immaginare quale parto la sua mente avesse elucubrato… Ramon evitava ogni domanda per timore di una svolta improvvisa nei discorsi, per tenere lontano il suo spettro peggiore. Il baratro.

 

– Starò via due giorni, per l’inaugurazione.

 

Ramon continuò a mangiare, senza batter ciglio. In apparenza.progetti

 

– So cosa stai pensando, amore… Non aveva senso farti venire, starò sempre in giro, il taglio del nastro, la conferenza stampa, una palla!
E poi è più lo strapazzo…
Non sai quanto mi rompe doverci andare…

 

Ramon lo lasciò dire, continuando a mangiare.
Il suo silenzio però faceva sentire Cla’ terribilmente in colpa.

  

– Ma poi scusa, non hai detto tu che devi recuperare le lezioni perse?

 

Ramon – Infatti.
Va bene così, non preoccuparti…

  

Allungando la mano verso quella di Ramon, per accarezzarla
– Allora perché quella faccia?

 

– Quale faccia?

 

– Quella che hai da un po’. È qualche giorno che stai strano…

  

– No. Ti sbagli.

  

– Davvero?
(pausa)
Comunque non ti lascio solo.

  

– Cioè?

  

– Tommy ha detto che andrà all’Elba questo weekend. E ovviamente io non potevo andarci.
Mi ha chiesto se tu…

 

(interrompendolo) – Guarda che non devi organizzarmi le giornate…

  

– Non volevo organizzarti nulla, figurati!

  

– …E poi sì. Ho da recuperare al corso.
Ho perfino detto di no a Bobby…Bobby

 

 

E là immediatamente Clarence va in fregola, ma cerca di dissimulare
– Bobby?

  

– Didy mi ha invitato a cena, ma io…

   

(laconico) – Allora dico a Tommy che non…

 

– Con Tommy ci parlo io. Poi vediamo…

 

 

——- 

Più tardi, allo studio

 

– Vedi di convincerlo…

 

Tommy – Non ci posso credere…
Ho il tuo permesso? 

 

Cla’ annuisce.

 

Danny e Gale vorrebbero conoscerlo, e poi sai com’è…
Bobby

  

– Farò il bravo, promesso.

 

 

Cla’ resta a osservarlo, quasi a carpire le sue reali intenzioni.

  

(Tommy)
– Ma se poi… delinquo?

 

 

– Le prendi!
(sospira)
Vedi di non strapazzarmelo troppo…

  

——– 

 

barca

 

Cla’ andò a Berlino.
Tommy e Ramon all’Elba.

  

Nonostante gli impegni, Cla’ non mancò di chiamare almeno dieci volte in quei due giorni, e ogni volta con una scusa.
Volle farsi spiegare per filo e per segno cosa avevano fatto, mangiato, pescato, perfino suonato di sera sulla spiaggia. E poi i commenti di Danny e Gale, le reazioni degli amici nel vederli insieme per la prima volta… Che cosa strana, sì, vederli insieme, i due boyfriend di Clarence senza Clarence…

 

 

Cla’- Dove avete dormito, e come?

 

  

– Nel lettone, quel poco che si è dormito…
Abbiamo fatto tardi sulla spiaggia. Col gruppo.
(pausa)
Vuoi sapere anche quanti peli aveva Tommy?Tommy

 

 

– Perché, ce li aveva? E dove?

 

 

– Sul torace. Gli scocciava depilarsi, ha detto.

 

 

(timidamente) – E… sotto?

 

 

– Sotto… anche.

 

 

Cla’ non riuscì a trattenere un accenno di meraviglia. O disappunto…

 

 

– Amore, si è sfilato il costume per farsi la doccia. Nel bagno della nostra camera…
Ed è venuto a dormire… Nudo.

 

 

– E tu…?

 

Ora era Cla’ a soffrire, pensando alle possibili conseguenze.

 

 

– Anch’io ero nudo, ma meno di Tommy.
Ho dormito con gli slip.

 

 

– Ah… (sospirando di sollievo)

 

 

– Almeno fino a che… 

 

battito

 

(il battito in accelerazione) – …Cosa?

 

  

– Me li sono tolti anch’io. Mi davano fastidio.

 

 

 

A questo punto Cla’ non sapeva se continuare a farsi male, chiedendo ancora…

 

Ramon dal canto suo glissò abilmente, godeva nel sentirlo geloso come sempre, forse anche più di sempre… Tutto ciò “distraeva” di poco le sue elucubrazioni sul futuro imminente e sui presunti programmi “distruttivi” di Clarence. Ma fino a prova contraria, meglio di niente.

 

 

——-

A Tommy andò meno liscia. Un vero e proprio interrogatorio.
In internazionale.

 

 

– Che gli hai fatto?
Di preciso, intendo.

 

 

– La metà di quello che avremmo fatto in tre.

  

– Sti cazzi, allora non è chiaro…

 

 

(concitato) – Cla,’ avevamo gli sguardi di tutti puntati addosso… Secondo te che dovevamo fare?
Gale non faceva altro che mangiarselo con gli occhi. Dovevi vederla mentre gli spalmavo la crema…

 

 

(interrompendolo) – La cremaaa?

 

– L’abbronzante!
Sulle spalle, le gambe…

 

  

 

– Te lo sei fatto o no?

 

(esasperato) – No!
Anche se avrei voluto…

 

 

– E lui?

 

 

– Era teso. Preoccupato per qualcosa.
Gli altri non se sono accorti, ma io ormai lo conosco, un po’…

 

– Già.

 ——-

 

aereo

 

La sera del suo rientro a Roma

  

Appena varcata la soglia di casa, Clarence si fionda ad abbracciare Ramon. Lo tiene stretto a sé, ricoprendolo di baci e coccole.

 

– Mi sei mancato, Topolotto.
Non ho fatto altro che pensare a te.
(pausa)
A noi…

 

Ramon prende di colpo a sudare freddo.
Non la tenerezza bensì le parole, “quelle” parole, lo spaventano.
Comincia a martellarlo il pensiero che Clarence stia per dirgli qualcosa di intollerabile. Devia perciò il discorso

  

– Non vuoi mangiare? Ho preparato la cena.

  

(suadente) – Dopo…

 

 

– Dopo?
(sorride)
Allora…

  

Sguscia dalle braccia di Cla’ e sfilandosi la maglietta la fa volare all’indietro, dirigendosi frettolosamente in bagno. Davanti al water mette mano alla zip e fa per calarsi i jeans, mentre Clarence lo osserva dalla soglia, stringendo sotto il braccio la maglietta beccata al volo prima di volare nuovamente nel cestone della biancheria.
Un attimo prima di abbassare gli slip

 

(Cla’) – Aspetta!

 

Ramon

Cla’ gli si avvicina con incedere suadente, si blocca alle spalle e con le dita prende ad accarezzare la pelle morbida, scura e compatta del suo compagno. La spalla, i bicipiti… Muscoli guizzanti, ma lisci al tatto come seta…

Ramon rimane immobile, le labbra lievemente schiuse. Cla’ gli cinge la spalla con il braccio sinistro, tenendolo bloccato a sé. Le sue labbra passano morbidamente in rassegna fra collo e scapole, poi con la mano destra passa davanti, insinuando le dita entro gli slip di Ramon.

 

 

Lui protesta debolmente
– Aspetta almeno che…

 

 

Tirandogli giù gli slip
– Dai, te lo reggo…

 

Cla’ gli prende delicatamente il Gigio col palmo della mano, tenendolo puntato verso il water. 

Inaspettatamente Ramon non dà corso all’azione, resta ancorato a Clarence. Con la destra sollecita la mano di Cla’ a un altro tipo di attenzione.

 

– E la pipì? 

 

– Mi è passata.

 

 

(suadente) – Davvero?

Clarence riprende a sfiorarlo e a mordicchiarlo, mentre Ramon annuisce.

 

(bisbigliando nell’orecchio) – Allora immagini cosa sto per fare…

 

 

Ramon non fa in tempo a pronunciare “Sì”

 

 

Cla’ – No…
E continua a tenerlo serrato a sé.

Con una mossa audace e velocissima Cla’ si abbassa jeans e boxer, tenendo bloccato con una mano l’inguine a Ramon.

 

 

Di colpo il battito di entrambi subisce un’impennata; Ramon avverte alle sue spalle un calore che si propaga fra i corpi, che li tiene inchiodati uno all’altro.

Avverte che anche qualcos’altro comincia ad agitarsi e insinuarsi con veemenza fra i glutei, senza poter far altro che sottostare all’improvvisa, inaspettata eppure ferma volontà del suo compagno.
La mano premuta sulla bocca, Cla’ appare agli occhi di Ramon come una forza incontrastabile.

 

Ed è un singulto di dolore e al tempo stesso di abbandono consenziente quello che esce dalla gola di Ramon. In quei secondi concitati Cla’ dà sfogo a tutto il suo impeto come mai era accaduto prima.

  

——-

specchio

Guardandosi attraverso lo specchio del bagno, ancora affannati, ma ormai staccati uno dall’altro

 

 

– Mi spieghi che t’è preso?

 

 

– Scusa amore, scusa…

 

Clarence appare quasi incredulo di ciò che ha fatto.

 

 

– Non devi scusarti, è che… non me l’aspettavo…

 

 

 

– Io non…
(pausa)

 

Ti amo Ramon, ti amo tanto!cuore merenda
Volevo che fossi… mio…
Completamente…

 

 

Ramon si gira e lo bacia
– Ma io sono già tuo…

 

  

Cla’ tiene lo sguardo abbassato, come se ancora provasse vergogna di sé.

 

 

(sollevandogli il mento) – Vuoi dire che era un fatto “simbolico”?
O qualcosa del genere?

 

 

Cla’ annuisce debolmente.

 

 

– Beh, per essere simbolico, s’è sentito assai…
Ammazza se s’è sentito…

  

Cla’ ascolta con aria contrita.

 

  

(Ramon) – Però la prossima volta avvertimi…

 

 

– Non ci sarà un’altra volta.
Non sopporto l’idea di farti male…

 

 

– Lascia che sia io a decidere, no?
Tutto sommato… Non è neanche male, sai…

(fra sé e sé) Oddio, non è una cosa che si può fare sempre a cuor leggero, con quel po’ po’ di roba che hai davanti…

 

Solo allora Cla’ si lascia andare a un sorriso.

 

 

Ramon – Piuttosto…Visto che anch’io ti amo…
(e lo guarda allusivo)

 

 

avvoltoio(cambiando di colpo espressione, Cla’) – Non dirai sul serio…

 

 

– Sì, invece…
(e si fa minacciosamente avanti)

 

 

Indietreggiando fuori dal bagno, verso la stanza da letto
Cla’- Hey tu!

(cambiando immediatamente tono)
Vabbè… Però con garbo…

 

  

(guardandolo sornione)
Ramon – Sarò più delicato di una piuma… piuma

 

  

Arrivati ai piedi del letto, Ramon lo spinge giù con un dito e Cla’ casca giù di peso. Ramon si fionda su di lui come un avvoltoio, prendendo a sbaciucchiarlo e mordicchiarlo.

  

(Ramon) – A proposito di piume…
Qua c’è anche qualcun altro che dovremmo sottoporre al rituale, o sbaglio?

 

 

Cla’- Dici?

 

– Direi… È donna, deve soffrire.

 

  

– Ma dobbiamo avvertirla prima?

 

– No, meglio all’infama…

 

 

 

Cla’- Quando?

 

– Presto…

 avvoltoio

 

E l’avvoltoio s’avventò sul fiero pasto. Che uscì pesto.
Ma chi la fa, l’aspetti.

 

(continua)

 

 

 

 

Quadro con cuore rosso di Giovanni Merenda
www.giovannimerenda.it

 

 

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