Stuck, cose buone dal mondo

 

 Stuck 

Fino a qualche anno fa sarebbe suonato come una bestemmia affermare che il meglio oggi può venire soprattutto dalla Rete, il mare magnum tanto temuto quanto demonizzato. Perché come avviene per le banche che sprofondano anche il predominio della TV e di altri mezzi di comunicazione comincia a vacillare. 

 

Sempre più numerosi coloro che alla ricerca di intrattenimento abbandonano i divani per alloggiarsi davanti allo schermo fisso del pc o a quelli mobili in giro per la casa ed anche fuori, al lavoro, o in viaggio. Per ritagliarsi un proprio personale palinsesto, da veri e più liberi fruitori.

 

È nel destino delle cose, morto un papa se ne fa un altro, e ora è il momento della rete.
Il must è essere lì per saggiare quanto di meglio c’è nell’aria, preconizzare tendenze, creare e consolidare successi.

Purtroppo se n’è accorta perfino la Politica… E prima o poi qualcuno penserà anche a una web serie di categoria coi nostri amati succhiasangue, questa volta magari bersaglio di elettori che si candidano per sterminarli…

Spira di sicuro un vento nuovo veicolato ‘dal nun te regghe più’, e fra le tante zattere più o meno improvvisate si intravede anche qualche barca solida e bene equipaggiata.
Fra queste una il cui viaggio inaugurale promette bene.

 

Ne parliamo con uno dei principali artefici, il trentenne regista Ivan Silvestrini.

 

Ma prima un doveroso assaggio.

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=vyq_7XY6HFU&feature=youtu.be

 

 

Stuck. The Chronicles of David Rea.
Storia di un ‘manipolatore del disagio altrui’ che approfitta dei ‘blocchi’ degli altri per farsi i ‘fatti suoi’. Fatti di un ‘certo tipo’…
Trovi calzante questa configurazione?

La migliore interpretazione di ciò che abbiamo mostrato finora che mi sia capitato di leggere.

 

 

Che tipo di avventure dobbiamo aspettarci da questo novello Casanova, principalmente erotismo con venature comico-ironiche o ci sono altri ingredienti?

Potrei dire che Stuck è un viaggio nella psiche dell’uomo contemporaneo incapace di passare dalla tarda adolescenza alla piena maturità nel momento dell’implosione di tutte le scuse che si è raccontato per preservare il suo stato di grazia.

 

 

A chi ti sei, se ti sei, ispirato per questo personaggio (una simpatica canaglia)?riccardo sardonè

Mi sono ispirato alla parte di me più deteriore con cui lotto ogni giorno per essere un uomo migliore, e già che c’ero l’ho incarnato in un uomo molto più attraente.

 

 

Quante puntate prevedi di realizzare? Saranno tutte disponibili gratuitamente in rete?

La prima stagione è composta da 10 puntate da 10 minuti (più il prologo) che saranno tutte online gratuitamente a partire dal 2 maggio alle 22 con cadenza bisettimanale.
Tra una puntata e l’altra cercheremo di fornire più contenuti extra possibile.

 

 

A che tipo di pubblico, e che  fascia d’età, si rivolge, secondo te, una storia come questa?

A me sarebbe piaciuta quando avevo 16 anni, ma io ero particolarmente vecchio dentro. Credo che questa storia incuriosirà i 20enni, attizzerà i 25enni, fomenterà i 30enni, genererà ondate di odio personale nei miei confronti delle 35enni, stima incondizionata dei loro coetanei maschi, profonda comprensione nei 40enni, un principio di nostalgia nei 45enni, imbarazzanti risate interiori dai 50 anni in su, ma spero di ricredermi.

 

 

Gli attori hanno trovato complicato recitare in inglese piuttosto che nella lingua madre?

Recitare in inglese è ovviamente la vera sfida di Stuck, il cast è per metà madrelingua e per metà italiano, gli attori si sono impegnati molto, ma è anche vero che l’importante è solo non cadere nel ridicolo involontario, in America ci sono talmente tanti dialetti che la varietà degli accenti all’interno di Stuck viene percepita come una cosa normale. Ogni tanto veniamo criticati per la scelta dell’inglese (a onor del vero solo dal pubblico italiano), ma la verità è che al di là dell’ambizione di fare un prodotto globale  – come ogni cosa su internet dovrebbe essere – in inglese è possibile usare uno humor che in italiano non funziona, e io volevo usare quello humor.

 

 

Come mai ti sei diretto in rete e non altrove? Decine di porte sbattute in faccia, come spesso capita da noi? O rifiuto aprioristico da parte tua?

Abbiamo deciso di autoprodurci per evitare di rimanere “Stuck” (bloccati) nell’eterna attesa che qualcuno ci desse il permesso di esistere. È stata (e continua ad essere) un’esperienza faticosissima, resa possibile solo grazie all’entusiasmo degli Stuckanovisti (il nostro cast e troupe) ma in compenso, per una volta, possiamo dire e fare esattamente quello che vogliamo.

 

 

Una scelta, la tua, controcorrente o apripista (almeno per l’Italia). E a largo raggio.

Sono del parere che non si può aspettare che i tempi siano maturi, ma che bisogna agire anche se si è ‘fuori stagione’, ovvero in netto anticipo rispetto all’evoluzione di una data società. In questo modo si spinge o sostiene l’evoluzione stessa. Sei d’accordo?

Sono assolutamente d’accordo, se lo avessi detto io sarebbe suonato pretenzioso, quindi grazie!

 

ivan
Se ti offrissero carta bianca per realizzare una serie per la TV italiana, di stato, commerciale o satellitare, cosa t’inventeresti?

Carta bianca? ahahah

 

Secondo te a che gradino dell’evoluzione si collocano i (tele)spettatori della penisola?

Domanda dura, immagino tu voglia da me una risposta dura. Mettiamola così: io penso che di fondo la gente consuma ciò che più viene pubblicizzato, siccome (come esplica benissimo Boris) la Qualità è molto faticosa da realizzare, conviene che lo standard qualitativo sia basso in modo da poter produrre di più e più facilmente. In definitiva è un’estensione commerciale del principio secondo cui un paese ignorante è più facile da governare. Un paese senza gusto è più facile da sfamare. Io penso che la rete oggi abbia una ENORME responsabilità storica, perché può far sì che una nuova generazione sviluppi gusti più sofisticati, o perlomeno, meno passivi.

L’On Demand è già un grosso step evolutivo rispetto alla tv accesa che “fa compagnia”.

 

 

Qual è, a tuo avviso, il punto debole delle attuali produzioni televisive e quale pensi sarà il futuro delle serie TV nostrane?

Sulle attuali produzioni televisive io non so come sparlare, perché seguono un principio molto preciso: si rivolgono a chi guarda la tv, e oggi la tv la guardano per lo più le persone di una certa età. Quindi è normale che il linguaggio che viene usato sia lento e didascalico.

Il futuro della televisione in generale è segnato, nel giro di pochi anni sarà completamente fusa con internet. Assisteremo a un panorama ibrido e stimolante, mi auguro, dove produzioni come la nostra sono libere di esistere e autosostenersi tramite sponsor.

 

 

Fatti una domanda e datti una risposta, come direbbe il buon Marzullo.

Lavori alla Rainbow Cgi, hai il tuo primo lungometraggio da postprodurre, ti sei messo a fare pure una serie web indipendente, ma non ti senti almeno un po’ in colpa di tutto il tempo che non dedichi a tua moglie?

 -Sì, molto.

 

 

E un’altra l’aggiungo io: davanti alle sfide pensi mai ‘chi me l’ha fatto fare?’

Capita, ma mi rispondo che si vive una volta sola.

  

domanda tormentone
E ora la domanda è d’uopo.
“Where did you get stuck?” (trad. “dove ti sei bloccato?”)
Ammesso che si sia verificato…

Ero bloccato nell’immobilismo tipico di chi cresce sognando un mondo del cinema che non c’è più, poi si è creata una nuova contingenza sociologico-informatico-tecnologica e (spinto e aiutato dalla suddetta moglie) ho deciso di reagire con l’azzardo di un’operazione del genere.

 

(retropensiero: “Sempre lodate siano certe mogli…”)
Cosa (ove mai) ha invece ‘bloccato’ gli interpreti di Stuck? E come li hai ‘sbloccati’?

Gli interpreti di Stuck sono una specie rara, selezionata con cura e non mi hanno mai davvero bloccato. Ogni tanto la lingua inglese ci ha creato problemi, e su questo posteremo presto qualche spassoso video.

 

 

La manipolazione di David Rea farà impallidire anche il ricordo dell’ipnotizzatore de ‘La maledizione dello scorpione di giada’ di Woody Allen?

Oh per favore, quello è Cinema, è un’altra cosa…  
🙂

 
 

ric

Riccardo Sardonè: quel David Rea sembra perfettamente cucito addosso al suo interprete.
Quanto si sono ‘corrotti’ a vicenda? Anche Riccardo ha nella vita l’occhio che ‘ghermisce’?

Riccardo aveva la faccia perfetta per fare un personaggio del genere, ma credo sia l’uomo più buono e incapace di far del male che io conosca, la sua assoluta bontà era così irritante che ho dovuto scrivergli addosso un personaggio che mettesse alla berlina tutte le sue sicurezze. Piano piano vedrete… credo sia stato davvero coraggioso da parte sua rispettare tutte le mie scelte di sceneggiatura, anche quando c’era da prendersi in giro pesantemente. Non conosco molti attori così autoironici, Riccardo è un attore 2.0 così come lo sono tutti i protagonisti di Stuck. Ivana Lotito nel primo episodio (http://youtu.be/i4RaUEsGu0g) fa cose che non credo molte attrici italiane si sarebbero prestate a fare, e di certo non le avrebbero fatte così bene. È difficile far passare il concetto che una bella ragazza possa anche far ridere in Italia.

 

 

E ora puoi anche sfogarti e bestemmiare in una qualunque lingua storico-naturale o immaginaria. A nome tuo o per conto di David. Poi però sottotitola anche in italiano.
Noi ci ‘blocchiamo’ qua, in attesa della prossima puntata.

Ciao a tutti, iscrivetevi al canale youtube.com/stuckwebseries per ricevere sempre i nostri video!

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=i4RaUEsGu0g&feature=youtu.be

 

Stuck. The Chronicles of David Rea

 

(webseries, season one, 2012, Comedy, Italia)ivan vis

scritta e diretta da Ivan Silvestrini

Produzione: There You Go

 

con Riccardo Sardonè, Ivana Lotito, Vincenzo Alfieri, Valentina Izumi, Gaia Scodellaro, Mark Lawrence, Stefano Masciolini & others

 

 

www.ivansilvestrini.com

www.stuckwebseries.com

 

Gamy Moore
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